La cura del gioco
Museo Guttuso - Villa Cattolica - Bagheria (Palermo) 3/10-4/12 - 2024
Quello di «cura» è un concetto complesso, declinabile in una molteplicità di accezioni. È sempre il contesto storico e culturale a fare in modo che alcune di queste ricevano una maggiore attenzione. D’altra parte, le sensibilità mutano adattandosi ai cambiamenti di ogni epoca.
Oggi combattiamo il cambiamento climatico che mette a repentaglio la vita umana sulla Terra e, contestualmente, almeno nei Paesi occidentali, cerchiamo di prolungarla, anche se questo comporta enormi costi per la previdenza sociale e la sanità geriatrica.
Ma importa davvero a qualcuno vivere di più? Magari rinchiuso all’interno di un corpo di dolore? Deambulando con un girello o muovendosi su una sedia a rotelle? Perdendo il controllo del proprio corpo, a volte della propria mente, e la dignità?
Il contesto storico e culturale è anche ciò decide che alcune parole diventino tabù: «vecchiaia», sostituito con «terza età», «ospizio» sostituito da «casa famiglia» o «comunità alloggio» per anziani. Eppure, in mezzo, purtroppo, a tanti lager di cui ci informa la cronaca, alcune realtà ci provano davvero a fare «famiglia». E la famiglia è ciò che prende a cuore il cuore dei suoi membri.
A fronte di una generale preoccupazione per la dimensione quantitativa della vita, espressa nel verificare attraverso la contabilità sociale di quanto è cresciuta mediamente rispetto a vent’anni fa’ o al secolo scorso, la cura della leggerezza, dell’amorevolezza e del sacrosanto diritto al gioco fino all’ultimo respiro è una rarità. Difficile trascinare nel vortice del Natale o del Carnevale corpi ed animi stanchi, e piegare al sorriso gli occhi di persone da troppo tempo sole.
Anna Fici Collettivof